Cristina Cherchi, con una raffinatissima opera site specific ci presenta un miraggio, una visione di città. L’opera è ispirata al verso di Campana che le dà il titolo, cioè“…La mole bianca della città torreggia come un sogno, moltiplicato miraggio di enormi palazzi regali e barbari…”. Torna anche qui il tema del passaggio, del limes, poiché oltrepassando la soglia della piccionaia entriamo in un’altra dimensione onirica e fantastica, come una rappresentazione della mente del poeta, in cui si illuminano le luci dei tanti ricordi di città e posti vissuti. La “città bianca” per Campana era la città ideale, la città della verità. In questa occasione l’artista si è discostata dai suoi lavori “soliti” ed ha realizzato questa installazione site specific, pensata appositamente per la piccionaia del monastero, che ha richiesto giorni di paziente lavoro. Quelli che vedete sono telaietti di carta di riso assemblati, stampati e collocati uno ad uno nei buchi della piccionaia. Cristina Cherchi ha voluto immedesimarsi nel processo creativo del poeta che nel buio della notte e del suo inconscio evocava immagini e ricordi della sua vita passata presente futura. Le piccole aperture sono tante piccole finestre sull’assoluto, squarci su altri mondi, frammenti di bellezza rubati al cosmo. Il gioco dei colori che si ripetono e si cercano da una parete all’altra ci rimanda echi musicali, come di una melodia sconosciuta. (Lucia Zanotti)
intervento site specific
carta stampata da elementi naturali- artificiali con colori ad olio led- light boxes
dimensioni determinate dall’ambiente